Le altre facce della storia. Dietro le quinte dei grandi eventi (2012) by Sergio Romano

Le altre facce della storia. Dietro le quinte dei grandi eventi (2012) by Sergio Romano

autore:Sergio Romano [Romano, Sergio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bur
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


WILLIAM JOYCE

L’inglese che tradì dai microfoni di Berlino

Come in tutte le «guerre di religione», anche in quelle ideologiche del Novecento vi furono uomini e donne che scelsero di stare nel campo del nemico, contro il Paese di cui erano cittadini. Alcuni si arruolarono per combattere e, quando caddero prigionieri durante il conflitto, fecero spesso la fine degli italiani irredenti durante la Grande guerra, da Cesare Battisti a Nazario Sauro. Altri divennero propagandisti ed ebbero sorte diversa, a seconda della scelta di campo e delle circostanze personali. Se la Germania fosse riuscita a invadere la Gran Bretagna nel 1940, gli annunciatori tedeschi e italiani della Bbc, probabilmente, sarebbero stati passati per le armi. Quando gli americani, nel 1945, catturarono a Rapallo il grande poeta Ezra Pound, colpevole di avere parlato contro gli Stati Uniti dai microfoni dell’Eiar, lo trattarono alla stregua di un pazzo, lo imprigionarono in una gabbia e lo spedirono in un ospedale psichiatrico nei pressi di Washington. Qualcuno evitò la condanna a morte, ma finì in prigione, come una giovane americana di origine giapponese, Ikuko Toguri, che aveva preso parte a trasmissioni di propaganda in inglese durante la Seconda guerra mondiale e divenne nota fra le truppe americane con il nomignolo di Tokyo Rose. Fu arrestata, processata, condannata a dieci anni di carcere, e ne passò più di sei in un riformatorio femminile. Più tardi, tuttavia, altre indagini dimostrarono che le accuse erano state alquanto esagerate e che i giapponesi l’avevano costretta a fare l’annunciatrice nelle loro trasmissioni. Fu perdonata dal successore di Nixon, Gerald Ford, nell’ultimo giorno della sua presidenza, ed è morta recentemente a Chicago.

La storia di William Joyce è molto più cupa e avventurosa. Nacque a Brooklyn da genitori irlandesi nel 1906, ma passò buona parte della sua adolescenza in Irlanda dove il padre, cattolico ma «unionista», si schierò dalla parte degli inglesi e divenne, per i nazionalisti del Sinn Féin, un traditore. Quei primi scontri nelle vie di Dublino segnarono la vita di William Joyce e fecero di lui un militante, un battagliero oratore politico, un provocatore e un attaccabrighe. A Londra, dove la famiglia dovette fuggire dopo la costituzione dello Stato libero irlandese, fu attratto dai movimenti fascisti, prese parte a tumultuosi comizi e nel 1924, durante uno scontro con gruppi dell’estrema sinistra, fu sfregiato da un colpo di rasoio che gli attraversò la guancia da un orecchio alle labbra.

Quando Oswald Mosley fondò la British Union of Fascists, William Joyce divenne il suo principale propagandista e, per un certo periodo, vicario del leader. Anche i suoi avversari erano costretti ad ammirare la carica elettrizzante dei suoi discorsi. Era impetuoso, dinamico, molto aggressivo e sempre pronto a scendere dal podio per fare a cazzotti con gli avversari. Persino Mosley, a un certo punto, giunse alla conclusione che William Joyce, divenuto ormai un virulento antisemita, era un compagno di viaggio troppo pericoloso e ingombrante. Il sodalizio si ruppe e Joyce creò la Lega nazional-socialista divenendo, per molti aspetti, un agente della propaganda tedesca. Fu questa



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